Sono emozionato, nel senso che mi sento proprio una palla di emozioni.
Oggi ha inizio l’edizione 2024 di Zona Warpa, un evento più grande di me, al quale ho lavorato per mesi insieme a un sacco di persone che stimo e a cui voglio bene. Ve lo riassumo in poche parole: è una festa itinerante del videogioco ribelle, dove ci saranno talk, workshop, musica e spazi espositivi gratuiti. L’idea è che il videogioco, solitamente presentato solo come un prodotto commerciale, può essere anche veicolo di messaggi, battaglie e idee, e che è il momento di abbattere delle barriere e diffondere il più possibile il sapere per farlo, facendolo scoprire anche a chi, solitamente, ne è respintǝ. Sul sito ufficiale trovate il programma e il manifesto.
Dicevo, sono una palla di emozioni. In primis, sono felice e inebriato dalla prospettiva delle prossime due settimane, che passerò in giro per l’Italia, tra Marzabotto, Roma, L’Aquila e Bari. Dormirò dove capita, incontrerò persone nuove, farò esperienze, imparerò cose. Sarà un’avventura e mi sento infinitamente fortunato ad avere tutta questa dose di “ignoto” nella mia vita da quarantenne.
Dall’altro lato, come diceva il mio nonno, ho le gambe che fanno Giacomo Giacomo, nel senso che un po’ me la faccio sotto. Quando organizzi un evento così grande, che coinvolge tantissime persone che investono energie per partecipare, è inevitabile. Abbiamo iniziato a lavorarci in settembre, poco dopo la chiusura della prima edizione. Ci sono stati collettivi, incontri con gli spazi, telefonate infinite, visite propedeutiche, ostacoli, occasioni, vittorie, sconfitte, passi falsi e colpi di genio. Sono fierissimo del lavoro che abbiamo fatto e ora che sta per cominciare tutto, sinceramente, mi chiedo come abbiamo fatto, soprattutto considerando che abbiamo finanziato tutto dal basso, che non abbiamo sponsor e che tutto si regge sull’impegno volontario di tante persone. Oh, l’autogestione funziona.
Detto questo, la vocina della paura si fa sentire. E se qualcosa andasse storto? E se non venisse nessuno? Se tutto questo impegno non fosse stato abbastanza? Se deludessi tuttǝ? Crescendo, mi sono reso conto che la mia paura più intima è deludere le persone che mi stimano.
Confesso che negli ultimi giorni la vocina è stata più invadente che mai, anche perché, a differenza dell’anno scorso, tutta questa organizzazione è avvenuta in un momento di tumulto personale, come sapete se avete letto questa newsletter. Poi la zittisco, perché so che sono circondato da persone eccezionali, che siamo una squadra, e che eventuali problemi e imprevisti non saranno individuali, ma semplici intoppi che gestiremo collettivamente. Che poi, a ben vedere, è quello che vorrei dalla vita di tutti i giorni.
Me la rivendico, questa paura. Cerco persino di godermela.
Ci vendono sempre il coraggio come l’assenza di paura, ma quella è semplicemente incoscienza. Per me il coraggio è avere paura ma buttarsi lo stesso.
Chi dice di non avere mai paura mente, o se non altro si nega una debolezza e non coglie l’occasione di usarla come occasione per crescere. Spero che continuerò a fare cose che mi fanno paura finché campo. E ovviamente spero di vedervi a Zona Warpa!
Buona Settimana Sovversiva!
Kenobit