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La Settimana Sovversiva

Ciao! Torno a scrivervi qui sulla Settimana Sovversiva, dopo un momento di pausa, dovuto un po' al riposo e un po' al fatto che non c'era alcun tema che volessi trattare. Quando ho iniziato a fare questa newsletter, mi sono promesso di non obbligarmi mai a scriverla. Ogni tanto è ok anche finire le idee, no? Questa storia, invece, mi frulla in testa da qualche giorno. Spero che vi piaccia, è un piccolo viaggio nel passato di internet e della musica, con una canzone più attuale che mai.

Una mia amica ha una maglietta bellissima con scritto "All my morals come from punk". La prima volta che l'ho vista sono rimasto folgorato, perché nella sua semplicità è una frase verissima. Tutti i valori che mi stanno a cuore oggi sono entrati nella mia vita tramite il punk. Dove sarei e chi sarei, oggi, se non mi fossi innamorato della musica?

A sedici anni, comprensibilmente, non sapevo niente della vita. Mi interessavano tre cose: i videogiochi, lo skateboard e il punk. Era la fine degli Anni '90, un'epoca ancora prevalentemente offline, nella quale il World Wide Web stava iniziando lentamente a diffondersi, ma non era certo la fonte ubiqua di informazione (e disinformazione) che è oggi. Il mondo lo scoprivi per caso, andando a sbattere contro le cose, e approfondire gli stimoli interessanti a volte era un'impresa impossibile. Poteva capitarti di sentire una canzone bellissima e non ritrovarla mai più.

Il punk me lo dovevo andare a cercare, scandagliando i negozi di dischi in cerca di musicassette, che solitamente erano sepolte in una generica sezione "rock", facendomi guidare dai simboli trasgressivi che promettevano chitarre distorte e rabbia adolescenziale. Una volta io e un mio amico comprammo in società la musicassetta di Tested, una raccolta di brani live dei Bad Religion. Era una sorta di greatest hits e come tale non aveva i testi stampati nel libretto, che però erano la mia cosa preferita, perché senza non ero ancora in grado di capire cosa dicessero le canzoni.

Per farvi capire quanto fossero altri tempi, inviammo una lettera cartacea all'indirizzo di Epitaph, l'etichetta che aveva pubblicato il disco, fondata proprio da Brett Gurewitz, un membro della band. Con il nostro inglese appena imparato scrissimo qualcosa del tipo: "Ciao, siamo due fan italiani, abbiamo comprato Tested ma non ci sono dentro i testi e vorremmo capire le canzoni. Dove li possiamo trovare?" Un paio di mesi dopo ricevemmo una grossa busta dagli Stati Uniti. Al suo interno, una foto firmata da tutta la band e un mucchio di fogli con stampati i testi. Parlavano di battaglie, ingiustizie, miserie, guerra, rivendicazioni e sbronze. Che grandi, i Bad Religion. <3

La scena stava esplodendo anche in Italia. Mi godevo il brivido delle prime libertà da protoadulto e andavo a sentire i concerti nei centri sociali, con somma preoccupazione di mia mamma. C'erano band come i Punkreas, gli Shandon, i Crummy Stuff, i Sottopressione, e a volte pure gruppi leggendari dall'estero, quelli abbastanza schierati da scegliere luoghi di libertà come il Deposito Bulk, dove vidi gli Shelter e i Propagandhi. Ci andavo attirato dalla musica, ma ero una giovane spugna che assorbiva tutto ciò che vedeva. Sui muri c'erano manifesti che parlavano di Chiapas, Palestina e di una miriade di battaglie che non conoscevo. C'erano le ciclofficine, dove ti potevi riparare gratis la bicicletta e scoprivi realtà come la Critical Mass e i movimenti per la mobilità alternativa, e gli hacklab, dove per la prima volta entrai in contatto con il concetto cultura libera, copyleft e Creative Commons. Sempre lì, parlando con gente più grande di me, ho scoperto che esisteva il femminismo, e persino che qualcuno non mangiava né carne né latticini. Non sono diventato un attivista da un giorno all'altro, ma ognuno di quegli stimoli è stato un seme che mi si è piantato nel cervello, per poi germogliare anni dopo. Sono molto grato di averli ricevuti.

Poco dopo venne Napster. A raccontarlo oggi sembra di parlare di età del bronzo, ma fu una svolta. All'improvviso non dovevi più sperare che il tuo negozio di dischi recuperasse qualcosa di interessante. Bastava connettersi e tac, in sole due ore potevi scaricare un MP3 da tre minuti. I download istantanei a cui siamo abituate oggi erano fantascienza, ma il futuro era arrivato. Visto che internet si pagava al minuto, come le telefonate, andavo nell'ufficio attrezzatissimo del padre di un mio compagno di classe e scaricavo tutto quello che trovavo. A volte i titoli erano inesatti e i brani erano attribuiti alle band sbagliate. Per esempio, girava una cover del tema di The Legend of Zelda fatta dai System of a Down, che invece era di un tale Joe Pleiman. Ero nel pieno del mio periodo iconoclasta adolescenziale, quello in cui vuoi bruciare tutto perché sì, quindi fui attirato da un’altra canzone diffusa con il titolo sbagliato: l’MP3 si chiamava Propagandhi - Fuck Religion.mp3. La scaricai senza pensarci.

Nel frattempo Internet si era evoluto e bastò un colpo di motore di ricerca per scoprire il testo e il vero titolo del brano: "Haillie Sellasse, Up Your Ass" (sul disco è scritto così, ma il nome giusto sarebbe Haile Selassie). Ai tempi non sapevo assolutamente chi fosse, Haile Selassie. L'avevo sentito nominare solo da Elio e le Storie Tese, che ne Gli Immortacci citano Bob Marley e dicono "se fumamo el sigaretto con l'amico Selassiè". Ora so che è una figura messianica della religione rastafariana, nonché un personaggio rilevante e controverso della storia dell'Etiopia e della spinta decolonizzatrice. Anche per questo, la prima parte del testo mi risultava un po' enigmatica. Che male ci hanno fatto i rastafariani?

Faceva così:

You speak of Rastafari, but how can you justify belief in a God that’s left you behind. You simply fill the gap between the upper and lower class and your faith merely keeps you in line. An amalgamation of jewish scripture and christian thought. What will that get you? Not a fucking fuck of a lot.

Take a look at your promised land. Your deed is that gun in your hand. Mt. Zion’s a minefield. The West Bank. The Gaza strip… Soon to be parking lots for American tourists and fascist cops. Fuck zionism. Fuck militarism. Fuck americanism. Fuck nationalism. Fuck religion.

Facciamo un po' di analisi del testo! La prima parte è una critica al rastafarianesimo, che ai tempi veniva troppo spesso citato come se fosse solo uno stile di vita fatto di canne e dreadlocks, ma che era in realtà una vera e propria religione. Oggi sappiamo che i Propagandhi si riferivano nello specifico ai Bad Brains, band hardcore di cui erano grandi fan, convertita al rastafarianesimo, delusi da [un loro brano fortemente omofobo]. La seconda parte, invece, mi era chiara anche ai tempi.

Guarda la tua terra promessa. Il tuo atto di proprietà è la pistola che hai in mano. Il monte Sion è un campo minato. La West Bank. La Striscia di Gaza... presto diventeranno parcheggi per turisti americani e sbirri fascisti. Fanculo al sionismo. Fanculo al militarismo. Fanculo all'americanismo. Fanculo al nazionalismo. Fanculo alla religione.

Qui si parla chiaramente di Palestina, in un modo tristemente profetico. Quando Trump ha pubblicato quell'osceno video fatto con l'IA, in cui immagina Gaza come una riviera di lusso per turisti, non ho potuto non ripensare a questa canzone, riflettendo amaramente su come sia ancora più attuale oggi di quando è stata scritta, trentuno anni fa.

Il finale mi gasava moltissimo. La rabbia adolescenziale mi rendeva particolarmente permeabile ai "fuck qualcosa", e dopo un'infanzia di catechismo ed educazione cattolica ero fiero del mio nuovo e fiammante ateismo. Oggi, invece, risentendola, ci sono parti che mi mettono a disagio. Certo, vaffanculo lo dico ancora alla religione organizzata quando viene usata come scusa per perpetrare violenze, ma per il resto un vaffanculo così generico e senza appello non mi sento più di lanciarlo. Da un lato, pur rimanendo ateo, ho una mia spiritualità, e proprio per questo non mi sento di fare le pulci a chi ne ha una diversa dalla mia. È un mondo difficile, che spesso è così cattivo da sembrare insensato, e io chi sono per dire alla gente che non deve credere in niente e che non può cercare del significato in questo marasma semiotico? Mi sembra a dir poco presuntuoso. Per questo mi ha riempito di gioia scoprire che Chris Hannah, cantante dei Propagandhi, ha dichiarato che quella canzone che ha scritto da ventenne non lo rappresenta più, perché la critica feroce e mirata al rastafarianesimo è un po' razzista e perde di vista l'importanza del discorso decoloniale, e perché il finale sembra abbracciare il cosiddetto "new atheism", quell'ateismo militante, a mio avviso tossico, che dice alla gente in cosa può credere e in cosa no, e che si presta a facili strumentalizzazioni razziste. Nel 2018 l'ha riscritta e ricantata, così, rimuovendo l'attacco a un singolo credo e aggiungendo un interessantissimo "fuck" in più:

We reach our hands to the sky, but how can we justify belief in a god that's left us behind? Have we simply filled the gap between the upper and lower class? Does our faith really keep us in line? An amalgamation of ancient scripture and colonial thought. What will that get you, not a fuck of a lot. Take a look at your promised land. your deed is that gun in your hand. Mount Zion's a minefield, the West Bank, the Gaza Strip... Soon to be parking lots for American tourists and fascist cops. Fuck Zionism. Fuck militarism. Fuck Americanism. Fuck Nationalism. Fuck Religion. Fuck new Atheism.

Così mi piace ancora di più. Grazie, amico punk, per avermi dato dei valori, e anche per avere il coraggio di metterti in discussione. Scegliere bene le parole, in un era di approssimazione, è più sovversivo che mai.

Buona Settimana Sovversiva!
Kenobit

RISTAMPA DEL LIBRO

Il mio libretto sulla liberazione degli smartphone è tornato disponibile, dopo la seconda ristampa. Come sempre è tutto autoprodotto e libero, quindi se lo volete solo leggere potete scaricarlo in digitale dal mio sito e farci quello che volete. Stampatelo, copiatelo, rubatemelo. Il sapere vuole essere libero. Se ne volete una copia fisica, la trovate qui. Il prezzo è sempre lo stesso, ma visto che ho avuto molti problemi con i pieghi di libri ho preferito aggiungere il costo di una spedizione più sicura. Nella prima run delle spedizioni includevo anche le fanzine, ma nel periodo estivo non avrò modo di piegarle in grandi quantità, quindi le metterò come articolo a parte. Anche quelle, ovviamente, le trovate gratis sul mio sito!

CONCERTI DI AGOSTO

14 agosto - San Benedetto del Tronto, FESTA ROSSA - Mi troverete alla festa di Rifondazione il a San Benedetto del Tronto, dove farò un talk di pomeriggio e un concerto con il Game Boy la sera. 20 agosto - Sanremo, SCAMBI FESTIVAL - Dalle 21:00, in piazza San Costanzo, talk e poi concerto all'aperto!

La Settimana Sovversiva
illustrazioni di Gianluca Folì