Settimana scorsa non è uscita la Settimana Sovversiva perché avevo le pile scariche e mi sentivo un po’ svuotato da un periodo impegnativo. È successa una cosa bellissima: mi sono riposato senza sentirmi in colpa. Sapevo che vi avrei trovato qui, ad aspettarmi. Non è una cosa banale.
Gli ultimi anni hanno installato nei nostri cervelli l’urgenza della produttività a tutti i costi, in tutti gli ambiti, dal lavoro allo svago. Avete notato quanta stanchezza c’è nell’aria? Sono convinto che non sia un caso. Vi porto il mio esempio vissuto, legato alla mia esperienza da content creator.
Nota lessicale: uso il termine content creator solo per chiarezza, ma lo odio con tutto me stesso. Definisce l’artista in funzione della sua capacità di produrre e al tempo stesso generalizza le sue opere come “contenuto”. Mi fa sentire una merce facilmente sostituibile. La sola esistenza del termine è un sintomo della malattia.
Dieci anni fa ho fondato Kenobisboch con Andrea Babich. Ai tempi il concetto di streaming era ancora poco noto, ma noi avevamo un’enorme passione per il retrogaming e tanta voglia di condividerla. Iniziammo a trasmettere le nostre peripezie videoludiche per promuovere “Insert Coin”, le nostre serate dal vivo, ma fummo subito conquistati dalla possibilità di raggiungere anche persone geograficamente lontane. Con i nostri show su Hitbox, e poi su Twitch, potevamo instaurare un rapporto anche con chi non aveva modo di venire fisicamente a Milano per giocare con noi. Ciò che facevamo piaceva alla gente e ci rendeva felici. Perché non investirci?
E fu così che ci siamo lanciammo nell’impresa. Decidemmo di dedicare più energie al progetto e di intensificare gli stream. Era la piattaforma stessa a chiedercelo, pur implicitamente, con la sua struttura. Internet traboccava di guide per “farcela su Twitch”, in tutto e per tutto simili a quelle che impazzano oggi per “farcela su Instagram/Tiktok”. Il suggerimento centrale, il vero mantra della crescita, era la costanza: per coltivare il proprio canale era necessario trasmettere sempre negli stessi giorni, alle stesse ore, dando vita a un appuntamento fisso. Iniziammo a trasmettere tutti i mercoledì alle 21:30, cascasse il mondo.
Il fatto è che trasmettere con regolarità funzionava, ed è tuttora l’unica cosa che funziona. Come mai? Ci sarebbe un discorso da fare sulla morte del follow e su come le piattaforme si siano appropriate della visibilità, monopolizzandola e cedendocela solo in prestito, ma ne parleremo in un’altra mail, altrimenti questa diventa un pippone infinito. Per ora, mi limito a dire che da quando la visibilità è gestita dagli algoritmi, sulle piattaforme commerciali non possiamo costruire niente di nostro, e che il seguito che abbiamo è solo un prestito che può essere revocato appena decidiamo che le regole non ci stanno più bene. L’unico modo per esistere è continuare a produrre.
Quella regolarità è la stessa che viene chiesta a chi vuole avere “successo” su Instagram: devi postare senza sosta, anche se vorresti goderti una vacanza, e occuparti sempre degli stessi temi, altrimenti cadi dalle grazie dell’algoritmo e nessuno vede quello che fai. Nell’economia dell’attenzione, lavoriamo senza accorgercene in cambio di briciole di contatto umano. Lx content creator che conosco, anche quellx più sulla cresta dell’onda, sono sempre sull’orlo del burnout. Sarà un caso?
Non siamo macchine. Non nasciamo per produrre senza sosta. Farlo nuoce alla nostra salute e alla nostra creatività. Le dinamiche delle piattaforme sono così pervasive che hanno colonizzato la nostra mentalità, fino a farci, appunto, sentire in colpa se abbiamo voglia di riposarci. Secondo me ci hanno fregato.
Non avete idea di quanto sia felice di aver intrapreso un percorso che mi allontana da questo demone. Quando premerò “invia” su questa mailing list, la riceverete anche se settimana scorsa ho preferito riposarmi. Per questo credo che la riconquista degli spazi online e di una dimensione sociale di internet non sia un vezzo, ma un passo fondamentale, a livello strategico, per cambiare rotta e riprendere il controllo delle nostre vite e del loro significato.
Vi auguro una settimana piena di pisolini.
Kenobit
13 luglio - Porto San Giorgio, CSA Trenino - Un concerto a lungo rimandato! Non vedo l'ora di essere là.
19 luglio - Milano, Cascina Occupata Torchiera - Concerto benefit per Agripunk, un rifugio antispecista che svolge un lavoro prezioso. Io e altrx artistx suoneremo per sostenere economicamente il progetto.