Questa settimana la newsletter va in onda in edizione ridotta e un po’ più autobiografica del solito. Del resto, quando ho deciso di cambiare vita per dedicarmi ai miei progetti e sferrare il nostro “assalto alle piattaforme”, vi avevo promesso che vi avrei raccontato anche il lato umano. Ecco, oggi ho proprio voglia di farlo.
Esattamente un anno fa la mia vita era molto diversa. Suonavo in giro e avevo tanti progetti personali, come adesso, ma avevo un “lavoro vero” come traduttore di videogiochi. Poi il frullatore cosmico mi ha cambiato le carte in tavola. Quel mestiere, che già da anni era sotto scacco dall’arrivo dell’IA e della machine translation, ha intrapreso la via del tramonto. Da insider e veterano del settore, mi è stato evidente che la barca stava affondando, e che attendere a bordo in nome dell’apparente sicurezza che mi forniva non era più una scelta saggia. In più, detto tra noi, mi ero un po’ stufato. Ho pensato: “Al diavolo questa barca, mi farò la mia zattera e proverò ad andare dove voglio io.” Fuor di metafora, ho deciso di dedicarmi interamente ai miei progetti artistici e sociali. Con un pizzico di presunzione, ho pensato che avevo qualcosa da dire e che la vita mi stava dando l’occasione di prendere in mano un megafono. Se non ora, quando?
C’è chi la chiamerebbe crisi di mezza età, ma rifiuto con forza il termine. Odio tutto ciò che rappresenta quella scelta lessicale; nel mezzo del cammin di nostra vita mi sono ritrovato a ripensare all’esistenza, a quello che voglio fare, a ciò che desidero veramente. Perché dev’essere una crisi? Mi sembra un’occasione di crescita e penso che dovremmo celebrarla e incoraggiarla, a partire dal non chiamarla “crisi”. Mi rivendico il mio “rimescolone di mezza età”, nel quale ho cambiato vita e ho deciso di volere più bene a me stesso e al mondo.
Questa rivoluzione è cominciata il primo di gennaio ed è ovviamente stata destabilizzante. Lo è stata in senso positivo, perché il tempo che mi sono ripreso mi ha permesso di portare avanti tantissimi progetti in cui credo e che iniziano ad assumere la forma di un piano coerente. Tele Kenobit, Stereo, Zona Warpa, lo Scanlendario, il Fediverso... e presto anche i Socialini, ai quali stiamo lavorando dietro le quinte da mesi e che non vediamo l’ora di lanciare.
A volte, però, sento ancora una vocina che mi dice che sono uno squinternato, che ho lasciato una sicurezza, che lotto contro i mulini a vento, ma soprattutto che “non produco abbastanza”. Persino avendo cambiato vita, non mi sono ancora disabituato a esigere produttività da me stesso. È come se, pur essendo evaso dalla gabbia, chiudendo gli occhi veda ancora le sbarre. Il lavoro mi ha installato nel cervello un senso di colpa per quando mi prendo il tempo per fare qualcosa di inutile. Disinstallarlo non è facile come su Windows, anche perché per farlo devo ridefinire il concetto di cosa è utile, e non è per niente facile. È una ricerca quotidiana, senza rete di sicurezza, ma in questo momento non la cambierei per nulla al mondo.
Il frullatore cosmico di cui sopra ha deciso di aggiungere all’equazione un’impietosa dose di dolore. All’inizio dell’anno ho perso un amico e pochi giorni fa un’altra tragedia improvvisa se n’è portata via un altro. Non è stato facile e non lo è tuttora. La notizia positiva è che con questo cambio di vita ho imparato a dire “sto facendo fatica” e ad ammettere a me stesso che sono vulnerabile. Cresciuto in un mondo che mi vuole di adamantio, è rilassante ammettere che sono fatto di carne e sentimenti e che a volte ho bisogno di un abbraccio. L’ho scritto e l’ho detto ad alta voce. E ieri, al Book Pride, unǝ di voi mi ha visto e mi ha detto: “Ti abbraccio.” È stato bellissimo e a livello simbolico mi sembra una rete di sicurezza più concreta e potente di quanto lo sia stato mai il lavoro “vero” da traduttore.
Ammettere di essere stanco mi sembra un atto sovversivo, in una società dove vige il culto della produttività. Questa settimana ho deciso di rallentare un po’, prendendomi un po’ di tempo per me stesso. Nota bene: sarebbe classista non realizzare che poterlo fare è un privilegio. Sogno un futuro in cui farlo sarà la norma e il nostro tempo sarà realmente nostro.
Nell’attesa, come minigame di questa settimana, vi invito a riconquistare un po’ di tempo e un po’ di ozio. Non servono gesti estremi, basta rubare cinque minuti al lavoro o prendersi consciamente il tempo di fare qualcosa di inutile.
Essere inutili è sovversivo. E anche volersi bene.
Mi avete dato tanti abbracci e non vedo l’ora di ricambiarli. Se state passando un momento difficile, scrivetemi a kenobit@protonmail.com. Non siete solǝ.
Buona settimana sovversiva!
Kenobit
Questa settimana, come vi accennavo, mi prendo un po' di tempo per me stesso: oggi andrò in un posto sperduto a scrivere musica con il mio amico Federico. Sarò lontano da ogni forma di connessione a internet quindi oggi non ci sarà Nuovo Baretto Utopia. Com'è rinfrescante non essere su Twitch e sapere che posso fermarmi un attimo senza nuocere a ciò che ho costruito!
In compenso, martedì ci sarà Jonathan Dimensione AESTHETICA con il Dottor Pira e Michele Sala e giovedì sarò all'Ottobito Artlab di Montelupo Fiorentino per un'altra puntata LIVE di Nuovo Baretto Utopia, con ospite Matteo Corradini.
Come sempre, se credete nel valore di questo progetto, potete sostenerlo su LiberaPay o con una donazione una tantum. Oppure, ancor più semplicemente, parlandone in giro!
Continua il mio marzo intensissimo, ma l'unico appuntamento nel mondo reale di questa settimana è a Montelupo!
14 marzo - Montelupo Fiorentino - Torna Nuovo Baretto Utopia LIVE all'Ottobit Artlab. Tutto sarà trasmesso anche in diretta su Tele Kenobit. Ospite: Matteo Corradini, autore, attore, sviluppatore di videogiochi.
22 marzo - Milano - Suonerò in Torchiera con 0r4 e Yukkerom, che arriverà appositamente dal Giappone. Una serata di casino a 8 bit.
23 marzo - Roma - Tornerò nella capitale, allo Sparwasser, in via del Pigneto 215, per un doppio evento. Prima una chiacchierata con lǝ amicǝ di Ex Machina, intitolata: "Come riprendersi il tempo, la vita, la tecnologia". A seguire, concerto con il mio Game Boy!
24 marzo - Pontedera (PI) - Sarò all'Arci Il Botteghino (via Tosco Romagnola 455) per parlare di decostruzione maschile. E anche in questo caso, già che ci sono, farò un concertino con il Game Boy a seguire!
25 marzo - Siena - Sarò all'università di Siena per parlare di Fediverso. Non ne sono ancora sicuro, ma l'evento potrebbe essere trasmesso anche su Tele Kenobit.
27 e 28 marzo - Torino - Terrò due lezioni al dipartimento di lingue dell'università di Torino. Volete bere una birra? Volete invitarmi a suonare? Scrivetemi e mettiamoci d'accordo!
Come sempre, se vi va, girate la Settimana Sovversiva allǝ amicǝ che potrebbero apprezzarla e, se volete, accorciate le distanze e scrivetemi direttamente! Questo periodo è stato così denso che ho ancora un po' di mail in attesa di risposta, ma vi prometto che leggo tutto e che piano piano rispondo a tuttǝ. <3
Kenobit