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La Settimana Sovversiva

Ciao! Dopo una breve pausa natalizia, ecco la prima Settimana Sovversiva dell’anno nuovo. Spero che le feste vi abbiano trattato bene e spero doppiamente che vi sia scivolato addosso il mesto teatrino dei “buoni propositi” e dei “bilanci del 2024”, reso così performativo dalla dimensione dei social network commerciali. Non che ci sia qualcosa di male nel tirare un bilancio o nel porsi degli obiettivi, ma Instagram e affini ci hanno messo in una forma mentis competitiva a 360 gradi, con gli altri e con noi stesse. Nei post narcisisti con elenchi di viaggi e conquiste ho visto il brutto viso della cultura dei numeri, quella che ci fa misurare le nostre vite in base a quanto produciamo, o a quanto saliamo di posizione nella gara a chi riesce a funzionare meglio mentre il mondo va a fuoco.

Mi ha fatto particolarmente riflettere come in quelle rassegne vittoriose non comparissero mai le sconfitte, gli inciampi, le fatiche (se non nell’ottica di un’autonarrazione eroica che dice “è stato difficilissimo, ma IO ce l’ho fatta”). Penso che questa sia la trappola più insidiosa. La maschera dei social ci vuole vincenti, sulla cresta dell’onda, e ci spinge a raccontare solo i nostri successi, a noi stessi e agli altri. Questo crea due problemi.

Il primo è che, nascondendo i nostri momenti di vulnerabilità, proiettiamo un’immagine non realistica e scopiamo i problemi veri sotto il tappeto. Nel farlo, non ci rendiamo conto che sono gli stessi del resto del mondo, che sono straordinariamente comuni, e che potremmo affrontarli collettivamente, o se non altro aiutarci.

Il secondo è che stiamo lasciando la definizione di successo in mano ai meccanismi dei social commerciali, dove “vincere” vuol dire “riuscire a emergere”, tra l’altro secondo i criteri di un algoritmo tarato per farci consumare di più. Se la dimensione social di fine anno vi ha fatto sentire inadeguati, perdenti, fallite, abbracciamoci! Nel mondo reale possiamo goderci la morbidezza di non essere in competizione. Vi auguro un 2025 nel quale sarete gentili anche con i vostri passi falsi.

Quest’anno ho deciso di prendermela comoda e non ho ancora ripreso le mie solite attività. Per ancora una settimana mi prenderò il lusso della lentezza e darò gli ultimi tocchi a due progetti.

  1. Liberare il mio smartphone per liberare me stesso, il libro che è nato proprio qui, sulla Settimana Sovversiva, è finito. In questo momento è in stampa una piccola tiratura cartacea e sto pensando alla comunicazione. Avete una libreria o un locale e volete invitarmi a presentarlo? Scrivetemi! Le versioni digitali del libro saranno completamente gratis. Anzi, lo sono già: le trovate qui.

  2. Tele Kenobit sta per ripartire con una nuova stagione. Torneranno le interviste del Nuovo Baretto Utopia, sta per partire una nuova stagione di Jonathan Dimensione AESTHETICA e c’è una grande novità. Le mie trasmissioni mattutine, prima su Twitch, stanno per trasferirsi su Tele Kenobit, quindi su Owncast. Per me è un grande passo e non vedo l’ora di raccontarvelo bene.

Ah, dimenticavo! Grazie al mio vecchio amico Marco Bertoncini, ora ho un nuovo sito che raccoglie in un unico punto i miei progetti. Lo trovate su www.kenobit.it. Se vi va, fateci un giro!

Chiudo ringraziandovi per tutto l’affetto e l’umanità che mi avete regalato nel primo anno di Settimana Sovversiva. Mi avete fatto sentire meno solo.

Buon 2025 sovversivo!
Kenobit

La Settimana Sovversiva
illustrazioni di Gianluca Folì