Fare le cose per farle e non per farle vedere
Tu che fai un viaggio in Giappone e non lo vengo a sapere
Vediamo cosa succede
da Specchio Nero, di The Andre
Ricordo con precisione il momento in cui ho smesso di disegnare.
Ero in quinta elementare, dopo una gita all’acquario civico, e stavo ricreando la fauna ittica su un bel foglio A4. Accanto a me c’era Limin, un bambino con un talento grafico straordinario. Non era una gara, ma bastava sbirciare sul suo foglio per capire che giocavamo in due campionati diversi. A parità di età, io disegnavo come un bambino, lui come un giovane adulto. Limin aveva una marcia in più.
Ricordo di aver pensato che disegnare non fosse la mia strada, che non sarebbe mai stato il mio mestiere e che quindi era uno spreco di tempo. Del resto, tutti gli adulti che incontravo non perdevano l’occasione di farmi la domanda meno fantasiosa che si possa porre a un bambino: “Cosa vuoi fare da grande?”
Il lavoro era chiaramente la cosa più importante del mio futuro.
Il messaggio della società era chiaro: l’obiettivo ultimo è avere un bel lavoro ed essere più bravo degli altri a farlo. Il sogno non è la felicità, ma il successo. Eccellere è imperativo. Le cose che fai devono essere vendibili e quindi devono essere migliori di quelle degli altri. Tutto è misurabile in termini di performance. E così via.
“Non so disegnare,” mi dissi, e il non saperlo fare bene fu un motivo sufficiente a dedicarmi ad altro, fino a perdere completamente l’abitudine. Crescendo ho constatato che la mia storia è simile a quella di moltissime altre persone.
Tuttǝ nasciamo artistǝ, con un desiderio istintivo di dare forma ai nostri pensieri, ma poi l’educazione disinstalla lo spirito creativo e lo sostituisce con quello produttivo. La creatività diventa un lusso, se non addirittura un capriccio, e il diritto di perseguirla viene concesso solo a chi è in grado di usarla per portare a casa uno stipendio.
Ma io voglio essere felice, non produttivo. Voglio il mio diritto di oziare, di essere inutile, di fare un disegno che non comprerà nessuno. Voglio fare anche cose utili, per carità, ma sento la necessità di rivendicare uno spazio di gioco, dove le cose che faccio non hanno una finalità, se non il gusto che provo nel farle.
Per questo, a 41 anni suonati, ho ricominciato a disegnare. È un atto simbolico, ma anche un esercizio mentale per smettere di credere nel culto della produttività e rifocalizzare i miei sforzi sulla ricerca della gioia. Quando appoggio la matita sul foglio, mi sento derubato di trent’anni di scarabocchi e il mito del successo mi sembra palesemente una fregatura. Non ci credo più, basta.
Voglio fare cose senza la pressione di diventare il migliore, godendomi anche i fallimenti. In un mondo iperproduttivo, anche concedersi di essere scarsǝ è un atto sovversivo.
Facciamo un gioco: io vi faccio vedere uno dei miei disegni e voi mi mandate qualcosa di vostro. Comincio io!
Scrivetemi a kenobit@protonmail.com e fatemi vedere le vostre opere, che siano disegni, canzoni, testi, pentametri giambici o qualsiasi cosa vi frulli in testa. Per cambiare il mondo dovremo essere creativǝ, insieme, collettivamente. Giochiamo, dunque.
Buona settimana sovversiva! <3
Kenobit
Continua la programmazione indipendente e senza pubblicità di TELE KENOBIT! Questa settimana abbiamo due appuntamenti. Come sempre, se vi siete persǝ le trasmissioni di settimana scorsa, potete trovarle sulla Videoteca!
lunedì 26 febbraio - Nuovo Baretto Utopia - 21:30 - Nel baretto arriva Vipra: autore, cantante, cuore ribelle. Parleremo di industria musicale e di come lǝ artistǝ siano costrettǝ (o caldamente invitatǝ) a diventare anche espertǝ di marketing.
martedì 27 febbraio - Jonathan Dimensione AESTHETICA - 21:30 - Seconda puntata del percorso sulle "Tecniche segrete" del viaggio estetico del Dottor Pira e di Michele Sala. Se avete perso la prima, la trovate qua.
Per oggi è tutto!
Come sempre, se avete domande, dubbi, proposte, idee, vi invito a scrivermi alla mia mail (kenobit@protonmail.com) o sul Fediverso (mi trovate come Kenobit su Livello Segreto). Vi lascio con un disegno di Maicolemirco, appeso davanti alla mia scrivania, che oggi mi sembra più attuale che mai. Disegniamo un mondo migliore!