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La Settimana Sovversiva

Da un paio d’anni, più o meno da quando è nata la Settimana Sovversiva, mi sono fatto una promessa: non regalerò la mia vita personale ai social commerciali. Ho ancora un account di Instagram, che uso per fare “propaganda” sui temi che mi stanno a cuore e per ricondividere le locandine degli eventi dove suono come Kenobit. Basta. Lì non pubblico nemmeno un pixel della mia vita personale, perché mi fa stare male l’idea che finisca nelle mani di Meta. Perché devo regalare qualcosa di intimo a un’azienda che lo userà per vendere paccottiglia e rinforzare la sua posizione di dominio? E per cosa? Avendo fatto il content creator ed essendo avvilito dalla sola esistenza del termine, mi sembra disumanizzante che la mia vita diventi content.

Il mio lato umano, non professionale e chiacchierone, lo riservo al Fediverso, dove non c’è pubblicità e l’unico obiettivo è stare insieme e socializzare. Lì non c’è lavoro, ma solo il piacere di condividere pensieri ed esperienze con persone affini. In quel contesto mi sento a mio agio a pubblicare tutto ciò che non voglio più dare a Instagram: una foto con amici, un cane che ho visto in giro, lo screenshot del videogioco che mi sta piacendo. Mi piace farlo, perché mentre un post su Instagram, anche senza pretese, si inserisce immediatamente nelle dinamiche numeriche e competitive della piattaforma, un toot su Mastodon è gloriosamente inutile. Non è lì per “farmare engagement”, ma solo per ispirare confronti e contatti umani, senza secondi fini. Mi fa stare bene.

(Se volete raggiungermi, potete farvi un account su Livello Segreto o scegliervi un’altra istanza su mastodon.help. Mi trovate come kenobit@livellosegreto.it)

Mi sto lentamente disintossicando da anni di uso intenso dei social, ma noto ancora gli strascichi che hanno lasciato sui miei pensieri. L’altro ieri ne ho avuto la dimostrazione.

Mi sono cucinato un cundigiun, una ricca insalata estiva tipica del ponente ligure. Anche se lo faccio a modo mio, senza carni o derivati animali, mi fa sempre ripensare alla nonna Enza, che ne andava ghiotta e lo preparava sempre. Avete presente quelle ricette che sanno di estate e spensieratezza? Ecco. Ero appena tornato dall’orto, con dei cuori di bue stupendi e una zucchina trombetta gigante, di quelle che rimangono nascoste tra le foglie e crescono a dismisura, fino a diventare vere e proprie zucche. Ne ho sbollentato un pezzo insieme a una patata e a qualche fagiolino, ho tagliato una cipolla rossa, i pomodori, ho aggiunto capperi, olive, basilico e ho condito con abbondante olio (l’ultima bottiglia di quello che ho fatto coi miei amici l’anno scorso, tra l’altro). Mi sono trovato davanti un piatto meraviglioso, di quelli che sembrano racchiudere tutto il senso della vita: i colori, il profumo, il nutrimento e persino l’affetto dei miei avi. Per essere una terrina piena di verdure a caso, mi è sembrata eccezionalmente bella. Al che ho avuto un istinto: “Prima di affondare la forchetta, devo assolutamente fare una foto e condividerla.”

Per fortuna l’appetito e la bella faccia del cundigiun mi hanno fatto mettere in dubbio questa vecchia abitudine. Perché devo interrompere questo momento di presenza nel mondo reale, di desiderio e appagamento dei sensi, per tirare fuori uno smartphone e scattare una foto? Sì, l’avrei pubblicata su Livello Segreto e non su Instagram, ma davvero la mia priorità è immortalare un’insalata? Ho pensato che quel cundigiun fosse molto speciale e che avrei voluto raccontarlo, per la vicinanza che mi fa sentire con la nonna e per la poesia di quei pomodori, ancora caldi di sole, ma ho realizzato che pubblicarne una foto su internet sarebbe stato un modo pessimo per farlo. Mi sarei privato della continuità di quel momento e ne avrei condiviso solo l’aspetto estetico. Facebook, Instagram e Twitter ci hanno insegnato che esiste solo ciò che fotografiamo e che il modo migliore per celebrare qualcosa è trasformarlo in una pillola di contenuto. Davanti al mio cundigiun, mi è sembrata improvvisamente una cosa mostruosa.

Ho deciso che non l’avrei fotografato e che l’avrei raccontato a parole, con calma, in questa newsletter. Era squisito. Certe cose non hanno bisogno di essere condivise all’istante, e anzi possiamo lasciarle sedimentare e condividerle con calma, o magari addirittura tenerle per noi.

Buona Settimana Sovversiva!
Kenobit

LIBRO

Il mio libretto sulla liberazione degli smartphone è tornato disponibile, dopo la seconda ristampa. Come sempre è tutto autoprodotto e libero, quindi se lo volete solo leggere potete scaricarlo in digitale dal mio sito e farci quello che volete. Stampatelo, copiatelo, rubatemelo. Il sapere vuole essere libero. Se ne volete una copia fisica, la trovate qui. Nel frattempo, ho quasi finito di scrivere quello nuovo. Anzi, se tutto va bene, riuscirò a chiuderlo proprio oggi.

CONCERTI DI SETTEMBRE

6 settembre - L'Aquila, CASEMATTE - Concerto a sostegno di Gigi, compagno anarchico al momento ai domiciliari. <3

13 settembre - Roma, CSOA LA TORRE - Non vedo l'ora di tornare a Roma!

BONUS: il 20 e 21 settembre, a Milano, torna Zona Warpa, la festa del videogioco ribelle itinerante. Ci saranno talk e workshop dedicati ai videogiochi e uno spazio espositivo dove chiunque potrà condividere le sue creazioni.

La Settimana Sovversiva
illustrazioni di Gianluca Folì