All’inizio del 2024 mi sono posto l’obiettivo di sferrare un “assalto alle piattaforme”, ossia di fare tutto ciò che posso per scardinare il potere oppressivo di colossi come Meta, Google, Spotify e affini. Riassumo il perché in tre parole, se avete perso le puntate precedenti: il fatto che i nostri spazi di socialità online siano controllati da aziende private è problematico, perché subordina il nostro bisogno di stare insieme alla necessità di creare profitto. Lo scopo primario di Instagram non è darci stimoli e rinforzare i nostri rapporti, bensì aumentare il più possibile il tempo che trascorriamo sull’app, in modo da poter vendere più pubblicità e dati personali agli inserzionisti. Questa esigenza innesca meccanismi tossici, con conseguenze concrete sulla nostra società. I capricci degli algoritmi ci dividono e ci mettono in competizione in un momento nel quale, più che mai, avremmo bisogno di volerci bene e organizzarci.
Ho cominciato l’assalto con l’idea di documentarlo, per raccontare le sfide, diffondere le soluzioni e parlare anche del lato umano dell’esperienza. Che effetto mi sta facendo la ricerca della libertà digitale? Molte delle riflessioni di questi mesi finiranno in un libro al quale sto lavorando con un mio caro amico, Pablito el Drito. Ma non divaghiamo.
La prima fase dell’assalto alle piattaforme è stata investire tutto ciò che ho da dare sulle alternative. Cosa succede se io, che da anni faccio il “content creator” (espressione che detesto), porto tutto quello che faccio sul Fediverso e in generale su piattaforme open source? È stata la scommessa di Tele Kenobit e dei suoi satelliti, la videoteca e il raccoglitore di podcast. Il ragionamento alla base è semplice: gli strumenti per contrastare il feudalesimo digitale esistono già, ma se non iniziamo a usarli rimarranno nell’ombra, non verranno sviluppati e non ne scopriremo le vere potenzialità. La scelta degli spazi che occupiamo è politica.
I risultati mi hanno sorpreso. Andando al di là dei numeri, che pur ci sono stati, sono rimasto sbalordito da come l’utilizzo di strumenti liberi e fuori dalle logiche commerciali mi abbia reso più felice e creativo. Fare il content creator su Twitch e YouTube è un lavoro sfiancante, perché il content va costantemente rinnovato e bisogna galoppare senza sosta per produrre video. La perenne urgenza, oltre a portare al burnout, finisce per limitare la portata delle cose che facciamo, privandoci lentamente dell’amore che ci aveva portato a farle. Non a caso, mi sentivo in un periodo di blocco creativo, nel quale scrivevo meno musica e meno parole. Si era esaurita la mia ispirazione? No. Semplicemente, essere una vending machine del content mi privava del tempo e della concentrazione per ascoltarla. Non a caso, dall’inizio dell’anno mi sono sbloccato: ho fatto uscire due dischi, ho fondato una nuova band e sto finalmente finendo il libro che era rimasto congelato da anni.
Sono fierissimo delle trasmissioni fatte su Tele Kenobit, perché non sono nate come contenuti usa e getta, ma come qualcosa che possa restare. Ho potuto trattare temi che su Twitch non avrebbero funzionato, affrontandoli senza filtri e soprattutto senza pubblicità. Se fossi stato su Twitch, avrei avuto l’imperativo categorico di andare avanti, senza fermarmi, perché chi si ferma smette di esistere. Invece no. Qui so che ciò che ho costruito rimarrà, anche se mi prendo una pausa. E realizzo che la pausa è importantissima, perché permette di riposare, di progettare e di ricominciare con lo stesso entusiasmo, non perché si deve, ma perché si vuole. Come vi accennavo, nei mesi estivi, anche per motivi logistici, le trasmissioni di Tele Kenobit si fermeranno, per poi riprendere in settembre.
Questo ci porta alla fase 2 dell’assalto.
In questi giorni, su quella fogna di Instagram, ho fatto dei post su alcuni lati problematici dell’IA e sulle nuove policy malandrine di Meta, toccando anche il tema della “degooglizzazione”, ossia il percorso che possiamo seguire per svincolare le nostre vite dalla grande G. Ho parlato di alternative come il Fediverso e di software libero. Sono rimasto colpito dall’interesse della gente, nonostante il mio reach sia mutilato dallo shadowban che mi ha messo in castigo perché scrivo “Palestina libera” e perché condivido “contenuti politici”. Ho ricevuto decine di domande che mi hanno fatto capire tre cose:
L’ultimo punto mi fa riflettere. Non sono tanto le alternative a essere astruse e arzigogolate, è il pilota automatico di Meta e affini che ci ha privato della complessità che è alla base di un sistema come Internet. Dobbiamo riappropriarci collettivamente di questa complessità, perché sapere è potere. Se non conosciamo i meccanismi della tecnologia che utilizziamo, finiremo per venire usatǝ a nostra volta. Non è nulla di troppo difficile, anzi.
Per questo, ho deciso che la seconda fase dell’assalto alle piattaforme sarà di comunicazione. Abbiamo costruito cose bellissime sul Fediverso, che continuano a crescere. Impegniamoci per far sì che più persone le scoprano, e soprattutto che mettano a fuoco i motivi delle nostre scelte. Per farlo, con grande fatica, ho deciso di violare una regola che mi ero posto: NON creare contenuti per Instagram e/o TikTok. L’idea di farlo mi fa ribrezzo, sarò sincero, perché pur nella lotta andrò ad alimentare la macchina dei like, ma le ultime due settimane sono state illuminanti. Sulle grandi piattaforme ci sono tante persone pronte a cambiare ma che non sanno da dove cominciare. Dobbiamo raggiungerle.
Ho un’idea precisa. Farò dei reel che raccontano in maniera semplice il mio percorso di libertà digitale, in comodi bocconi, pensati per insinuarsi nelle trame dell’algoritmo. La speranza è che si rivelino chiavi inglesi negli ingranaggi, e che più persone vengano a scoprire come si sta bene senza padroni tecnologici. Tutto, però, sarà integrato col Fediverso: i reel verranno salvati su videoteca.kenobit.it e verranno diffusi anche sul Fediverso, con l’invito a usarli e/o remixarli per diffondere il messaggio.
Insomma, per la causa sono pronto a diventare tutto ciò che odio: un tiktoker. A parte gli scherzi, sto iniziando in questi giorni a lavorare sul progetto, quindi sarei felicissimo di sapere cosa ne pensate, e magari anche quali temi vorreste vedere nella serie. Come sempre, potete rispondere al piccione viaggiatore o scrivermi a kenobit@protonmail.com!
Buona Settimana Sovversiva!
Kenobit
31 maggio - Milano, Spazio WOW - Suonerò il mio Game Boy all’evento Meet & Play. È gratis, ma bisogna prenotare un biglietto qui.
7 giugno - Piacenza, Spazio 2 - Un richiamino di Zona Warpa, con una giornata di talk, workshop e concerti (tra cui miei e di Chipzel!).
8 giugno - Montelupo Fiorentino, Ottobit Artlab - Concerto con Chipzel, dall’Irlanda. Lei per me è la regina del Game Boy, oltre a essere una persona fantastica.
13 giugno - Bologna, BolognaFiere - Double feature! Sarò ospite del WMF2024 (We Make Future) con un talk sul Fediverso, insieme a mio fratello Ed (admin di Livello Segreto nonché alleato di mille battaglie digitali). Farò anche una piccola esibizione con il Game Boy sul main stage.