“La vita è fatta d’incontri,” mi disse tanti anni fa Silvia, la mamma di un mio amico. È una frase che non mi ha mai lasciato, per la quale le sono infinitamente grato, e che col passare del tempo mi sembra sempre più saggia. A volte gli incontri ci cambiano di una virgola, altre rivoluzionano la nostra vita. Ogni tanto siamo così distrattǝ che non ci rendiamo nemmeno conto di averne fatto uno. Ecco, spesso penso che l’arte di vivere bene sia imparare a riconoscere gli incontri, perché sono dei doni ed è fin troppo facile lasciarseli sfuggire.
Questa è la piccola storia di un incontro meraviglioso che ho fatto al Book Pride, una settimana fa. Per capirla, però, serve un antefatto della mia infanzia. Da bambino, all’asilo, sono stato traumatizzato da due maestre, che avevano preso di punta mia madre perché aveva un lavoro a tempo pieno e non poteva venirmi a prendere tutti i giorni. Mi dicevano che non mi voleva bene, che ero stupido, urlavano, mi sgridavano. Un giorno tutta questa violenza traboccò e io smisi di mangiare. Del tutto.
Fui un caso di anoressia infantile e mi ci vollero anni per tornare ad avere un buon rapporto col cibo. Ho ricordi struggenti, di quel periodo, che ho iniziato ad annotare qua, se vi interessa. Spoiler benefico: oggi sono felice e l’amore infinito della mia famiglia ha curato quella ferita. Grazie mamma. <3
Ai fini di questo racconto, vi serve solo sapere che le due maestre si chiamavano Giovannina e Pinuccia. A questo Book Pride ho partecipato a un panel intitolato “NotAllMen vs YesAllWomen”, una bella chiacchierata transfemminista, nella quale abbiamo toccato parecchi temi che mi stanno a cuore. Al termine del talk si è avvicinata una signora anziana per farci i complimenti e per chiedere dove trovare alcuni dei libri che avevamo citato. A istinto, subito, ho sentito in lei qualcosa che mi faceva bene e che mi tranquillizzava.
Abbiamo parlato un po’ e ho scoperto che al femminismo e alle battaglie ha dedicato tutta la vita, generosamente, in prima linea. Mi ha chiesto quando sarebbe stato il mio prossimo concerto e quando le ho detto che era in Cascina Occupata Torchiera (a proposito, è questo venerdì a Milano!) si è illuminata, perché è un luogo dove ha fatto tante cose anche lei.
In questo momento della vita mi sembra che la cosa più importante sia combattere, ma a volte ho paura che farlo sia logorante, o addirittura un mestiere ingrato e sfibrante. Perché sì, dire “dovremmo cambiare il mondo” è molto più faticoso che convincersi che in fondo vada tutto bene così.
Ma quella signora non era schiacciata dalla vita, anzi. Parlando, ho visto in lei la stessa rabbia e lo stesso desiderio di giustizia dellǝ ventenni, e mi è sembrata più giovane di tanti miei coetanei. Ho finalmente visto la lotta non come una condanna, ma come un elisir di lunga vita e felicità. Ho sentito un legame profondo e ho capito che sì, quello era un incontro che mi sarei ricordato, e che quella persona era una nuova amica con esperienze preziose da regalarmi.
Ci siamo scambiati il numero di telefono ed è lì che mi ha detto il suo nome: Pinuccia. Scoprirlo mi ha fatto sentire istantaneamente meglio. Per una vita mi sono portato dietro l’ombra di quel nome, associandolo alla voce che mi diceva che non ero abbastanza e che nessuno mi voleva bene. Questo incontro, come un colpo di spugna, ha sovrascritto quel nome e buona parte del bagaglio emotivo che si portava dietro. Pinuccia ora ha tanti altri significati: fierezza, coraggio, generosità, una vita vissuta senza risparmiarsi. In quel momento, mi è sembrata una creatura gioiosa e potente, e mi ha colpito proprio dal mio punto di vista personale, perché il solo atto di esistere come sé stessa ha generato qualcosa di positivo nella mia vita.
Penso alle battaglie che ci paiono insormontabili, impossibili da vincere da soli, e realizzo la prima vittoria è quella che conquistiamo in chi ci sta vicino. Nei momenti di pessimismo mi sembra che vivere secondo i nostri ideali sia inutile, perché i problemi sono giganti e ciò che possiamo fare è piccolissimo. Pinuccia mi ha fatto capire che invece conta tutto, perché non sappiamo mai quando le nostre azioni faranno sentire meno solo qualcuno, quando svolteranno una giornata storta o quando riaccenderanno una scintilla di speranza.
Pinuccia mi ha ricordato che anche esistere è un atto sovversivo. Spero tanto di rivederla presto.
Che la nostra settimana possa essere sovversiva almeno la metà di quella di Pinuccia!
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In questi giorni sono presissimo con i preparativi della Zona Warpa, la nostra festa itinerante del videogioco ribelle. Il primo tour dell'anno partirà a Roma (Forte Prenestino) il 10 e l'11 maggio e arriverà a Bari (Bread&Roses) il 17 e il 18. Ci sarà anche un secondo tour al nord, in autunno, ma ne parleremo a tempo debito. Zona Warpa è una festa aperta a tuttǝ, con musica, workshop, talk, dove chi vuole può esporre gratuitamente il suo gioco. Se vi interessa, qui trovate il sito ufficiale, con tanto di manifesto, e qui il modulo per chi vuole partecipare. Avete un videogioco? Un'idea? Un workshop? Scriveteci!
Ieri si è conclusa la prima stagione di Jonathan Dimensione AESTHETICA. Colgo l'occasione per ringraziare il Dottor Pira, Michele Sala e tutte le persone che hanno sostenuto il progetto. Abbiamo fatto qualcosa di bello e stiamo già pensando alla prossima stagione. Nel frattempo, nel giro di un paio di giorni troverete tutta la serie raccolta a dovere sulla nostra videoteca.
Questa sera, lunedì, ci sarà Nuovo Baretto Utopia, con ospite Tea Fonzi, con la quale parleremo di arte, sia dal punto di vista della preservazione, sia da quello dell'uso politico del patrimonio artistico. Insomma, parleremo di quella tela tagliata, ma senza dire banalità. Ci trovate alle 21:30 su tele.kenobit.it.
Come sempre, se credete nel valore di questo progetto, potete sostenerlo su LiberaPay o con una donazione una tantum. Oppure, ancor più semplicemente, parlandone in giro!
Alla fine di questo marzo mi riposerò, giuro.
22 marzo - Milano - Suonerò in Torchiera con 0r4 e Yukkerom, che arriverà appositamente dal Giappone. Una serata di casino a 8 bit.
23 marzo - Roma - Tornerò nella capitale, allo Sparwasser, in via del Pigneto 215, per un doppio evento. Prima una chiacchierata con lǝ amicǝ di Ex Machina, intitolata: "Come riprendersi il tempo, la vita, la tecnologia". A seguire, concerto con il mio Game Boy!
24 marzo - Pontedera (PI) - Sarò all'Arci Il Botteghino (via Tosco Romagnola 455) per parlare di decostruzione maschile. E anche in questo caso, già che ci sono, farò un concertino con il Game Boy a seguire!
25 marzo - Siena - Sarò all'università di Siena per parlare di Fediverso. Non ne sono ancora sicuro, ma l'evento potrebbe essere trasmesso anche su Tele Kenobit.
27 e 28 marzo - Torino - Terrò due lezioni al dipartimento di lingue dell'università di Torino. Volete bere una birra? Volete invitarmi a suonare? Scrivetemi e mettiamoci d'accordo!
Come sempre, se vi va, girate la Settimana Sovversiva allǝ amicǝ che potrebbero apprezzarla e, se volete, accorciate le distanze e scrivetemi direttamente! Chiedo scusa a chi mi ha scritto ed è ancora in attesa di una risposta: scriverò a tuttǝ, promesso, appena riemergo dal vortice!
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